Per l’anno 2011 il messaggio è stato scritto da JESSICA
A.KAAHWA
insegnante presso il dipartimento di Musica Danza e Teatro
all’Università di Makerere,grandissimo centro Ugandese. (Conta
22 facoltà, istituti e scuole che offrono il loro programma a più di
30.000 studenti non laureati e 3000 laureati)
Il Messaggio:
World Theatre Day Message 2011
World Theatre Day, 27 March
Per un Teatro a servizio dell’Umanità
Jessica A. Kaahwa, Uganda
Il raduno di oggi è l’immagine concreta delle
immense potenzialità del teatro nel mobilitare le
comunità e creare un ponte tra le diversità.
Avete mai immaginato che il teatro potrebbe
essere un potente strumento per la pace e la
riconciliazione? Mentre le nazioni spendono
somme di denaro colossali nelle missioni di
pace nelle aree del mondo in guerra, poca
attenzione è rivolta al teatro come
alternativa di contatto diretto con la gente
per la trasformazione e la gestione dei
conflitti. Come possono gli abitanti della
terra raggiungere una pace universale se gli
strumenti impiegati vengono da poteri
esterni e apparentemente repressivi?
Il teatro permea sottilmente lo spirito umano avvinto dalla paura e dal sospetto,
modificando l’immagine del sé aprendo cosi un mondo di alternative per
l’individuo e dunque per la comunità. Può dare significato alle realtà quotidiane e
nel contempo prevenire un futuro incerto. Può impegnarsi nelle situazioni
politiche delle persone in modi semplici e chiari. Poiché inclusivo, il teatro può
mostrare un’esperienza capace di trascendere idee sbagliate avute
in precedenza.
Inoltre, il teatro è un mezzo provato per sostenere e far progredire idee
che noi tuteliamo collettivamente e per le quali, se violate, siamo disposti a
combattere.
Per anticipare un futuro di pace dobbiamo iniziare ad usare strumenti pacifici
che cerchino di capire, rispettare e riconoscere il contributo di ogni essere
umano nell’impegno a realizzare la pace. Il teatro è quel linguaggio universale
attraverso il quale noi possiamo promuovere messaggi di pace e riconciliazione.
Il teatro, coinvolgendo attivamente i partecipanti, può condurre a un’unica
anima e decostruire le percezioni precedentemente sostenute e, in questo
modo, dare all’ individuo una possibilità di rinascita affinché faccia scelte
basate sulla conoscenza e la realtà riscoperta. Per far prosperare il teatro,
tra le altre forme d’arte, dobbiamo fare un audace passo avanti inglobandolo
nella vita quotidiana, affrontando le questioni critiche relative al conflitto
e alla pace.
Il teatro esiste già in territori afflitti dalla guerra e tra le popolazioni che
soffrono la povertà cronica o le malattie, con lo scopo di perseguire la
trasformazione e il miglioramento sociale delle comunità. C’è un numero
crescente di storie di successo in cui il teatro è stato capace di mobilitare il
pubblico per costruire una coscienza e per assistere le vittime di traumi post-
bellici. Piattaforme culturali come quella dell’International Theatre Institute,
che hanno lo scopo di “consolidare la pace e l’amicizia tra i popoli”, già esistono.
È quindi una farsa restare tranquilli in tempi come i nostri, conoscendo il
potere del teatro, e permettere che coloro che maneggiano le armi e che
lanciano le bombe siano i tutori della pace nel nostro mondo. Come possono
strumenti di alienazione diventare allo stesso tempo strumenti di pace e
riconciliazione?
In questa Giornata Mondiale del Teatro io mi rivolgo a voi per riflettere su
questa prospettiva e per considerare il teatro innanzi tutto come strumento
universale di dialogo, trasformazione e miglioramento sociale. Mentre le
Nazioni Unite spendono quantità colossali di denaro nelle missioni di pace
intorno al mondo, attraverso l’uso di armi, il teatro è una alternativa
spontanea, umana, meno costosa e in prospettiva molto più potente.
Anche se non è la sola risposta per portare la pace, il teatro sicuramente
dovrebbe essere incluso tra gli strumenti operativi nelle missioni di pace.
(traduzione italiana a cura del Centro Italiano ITI )
Jessica A.Kaahwa
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